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 DIALOGO COL VISIBILE

 

Quello dell’arte è un mondo che riserva talvolta delle gradite sorprese. Può accadere, infatti, di conoscere degli artisti cui non occorrono clamori della critica per essere grandi, perché la loro grandezza non è un’ opinione, ma un fatto certo e incontrovertibile che lascia i nostri occhi stupiti al miracolo di un talento dispensato dalla natura e forgiato dall’uomo.
Quando incontri Mauro Baroncini, la sua pittura gioiosa ed emozionante, capisci di avere di fronte a te un maestro dalla sapienza antica, la cui abilità tecnica è tanto più perfetta quanto più forte è il suo desiderio di trovare il giusto equilibrio tra imitazione e originalità.
Il pittore fiorentino attraversa una fase espressiva particolarmente felice, in cui la vicenda dell’uomo fa da sfondo alla maturità dell’artista, ed entrambe scandiscono le fasi di un racconto appassionante che abbraccia una vita intera. Il suo è un dialogo lungo e ininterrotto con la pittura, un dialogo che amalgama sensazioni e sogni, che di anno in anno si arricchisce di spunti sempre nuovi. Immerso nel silenzio del suo studio, Baroncini non s’interroga su le questioni formali o sulle contraddizioni del fare pittorico, perché sente che il suo compito d’artista è di rivendicare con urgenza tutto ciò che il passaggio del tempo inesorabilmente ci toglie, fermare sulla tela la grazia di un gesto, il colore dei giorni, lo splendore di un paesaggio prima che la poesia dell’attimo finisca, che l’emozione si disperda. Ciò che gli preme non è rifare la realtà, ma darle un nuovo respiro attraverso la pittura: è per questo che, ad esempio, dovendo realizzare un ritratto, non si accontenta di riprodurne fedelmente l’aspetto, quasi mirando la fotografia, ma gli interessa piuttosto restituirci, attraverso la consistenza degli impasti cromatici, l’umanità di un volto, la sua individualità e insieme il suo valore assoluto rispetto alla caducità dell’esistenza. Egli non si limita a rappresentare ciò che vede, ma compie un viaggio fino al fondo del reale per restituire a noi un’immagine rasserenata, in cui non giungono i rumori del mondo, ma tutto è silenzio, pace e bellezza. Ecco perché ogni suo dipinto accende in chi l’osserva un inspiegabile sentimento di completezza, un’arcana felicità. E quale speranza più grande un artista può offrirci se non quella di farci riconciliare con la vita, fosse anche per un solo istante?

Daniela Pronestì

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